Monthly Archives: February 2014
BAM Road: test finale per uomo e macchina
La Baikal-Amur (Magistrale Baikalo-Amurskaya, BAM) è una linea ferroviaria in Russia.
Lunga 4.324 km, si trova a circa 610-770 km a nord della parallela ferrovia Transiberiana; la BAM fu costruita come un percorso alternativo strategico alla ferrovia Trans-Siberiana, in particolare lungo i tratti vulnerabili vicino al confine con la Cina.
I costi della BAM sono stati stimati in 14 miliardi dollari, ed è stata costruita con materiali speciali e durevoli in quanto gran parte di essa è stata costruita sopra il permafrost.
A causa del terreno, del tempo, della lunghezza e del costo, il premier sovietico Leonid Brezhnev descrisse la BAM come “il progetto di costruzione del secolo“.
Questa ha origine dalla ferrovia transiberiana a Tayshet, passando per Severobaikalsk (a nord del lago Baikal), per finire poi a Sovetskaya Gavan, nel Pacifico.
La sua costruzione fu iniziata negli anni ’30 del 1900, sfruttando la manodopera dei Gulag, i lager russi, terminata poi dal lavoro di migliaia di topografi ed ingegneri solamente nel 1991.
Vicino alla ferrovia corre il tracciato stradale, realizzato come percorso di servizio per manutenzione della linea ferrata.
E’ in condizioni pessime, con ponti collassati, pericolosi attraversamenti di fiumi, numerose e profonde buche e inesorabili paludi.
La strada è percorribile solamente da veicoli ben preparati per l’off road: si può impiegare anche un mese intero per percorrere il tratto dal Baikal a Komsomolsk.
Le leggende che si narrano su questo incredibile tracciato, i passaggi mozzafiato, la scarica di adrenalina che ti dà il pensiero di esser solo e dover affrontare un guado od un ponte dissestato, questo è ciò che mi ha spinto a considerare l’itinerario della BAM road entro quello del viaggio.
Lunga 4.324 km, si trova a circa 610-770 km a nord della parallela ferrovia Transiberiana; la BAM fu costruita come un percorso alternativo strategico alla ferrovia Trans-Siberiana, in particolare lungo i tratti vulnerabili vicino al confine con la Cina.
I costi della BAM sono stati stimati in 14 miliardi dollari, ed è stata costruita con materiali speciali e durevoli in quanto gran parte di essa è stata costruita sopra il permafrost.
A causa del terreno, del tempo, della lunghezza e del costo, il premier sovietico Leonid Brezhnev descrisse la BAM come “il progetto di costruzione del secolo“.
Questa ha origine dalla ferrovia transiberiana a Tayshet, passando per Severobaikalsk (a nord del lago Baikal), per finire poi a Sovetskaya Gavan, nel Pacifico.
La sua costruzione fu iniziata negli anni ’30 del 1900, sfruttando la manodopera dei Gulag, i lager russi, terminata poi dal lavoro di migliaia di topografi ed ingegneri solamente nel 1991.
Vicino alla ferrovia corre il tracciato stradale, realizzato come percorso di servizio per manutenzione della linea ferrata.
E’ in condizioni pessime, con ponti collassati, pericolosi attraversamenti di fiumi, numerose e profonde buche e inesorabili paludi.
La strada è percorribile solamente da veicoli ben preparati per l’off road: si può impiegare anche un mese intero per percorrere il tratto dal Baikal a Komsomolsk.
Le leggende che si narrano su questo incredibile tracciato, i passaggi mozzafiato, la scarica di adrenalina che ti dà il pensiero di esser solo e dover affrontare un guado od un ponte dissestato, questo è ciò che mi ha spinto a considerare l’itinerario della BAM road entro quello del viaggio.
Ed è perciò che mi piacerebbe trasmettervi, già da ora, la curiosità verso questa parte del mondo desolata eppure così attraente e misteriosa: questo sarà possibile grazie alle parole dell’avvincente racconto postato sul sito personale di Peter Foulkes e Jon Brookbanks, due motociclisti che su DRZ-400 Suzuki hanno affrontato questa strada, da Severobaikalsk a Tynda, non senza imprevisti e difficoltà.
Così racconta Jon:
Per affrontare la BAM road non servono semplicemente abilità motociclistiche, affrontarla mette alla prova la vostra resistenza fisica e psichica. E’ impossibile descrivere quanto dura sia davvero, e una volta alla fine è troppo semplice dimenticare il dolore che ogni chilometro può portare.
La mongolia è presto un ricordo non appena ci dirigiamo a nord in Russia, da Ulaanbaatar. Con le nostre abilità offroad migliorate è tempo di prepararci e mettere a fuoco la sfida finale, la BAM road, verso Tynda. Abbiamo impiegato molte ore, giorni, persino settimane, pensando a questa avventura e cercando di dcidere se avremmo avuto il tempo, le capacità e la volontà di affrontare un tratto di terra così impegnativo e sconosciuto, prima di partire per gli U.S.A.. Ma davvero non v’era opzione, non potevamo lasciare la Russia senza dare il meglio di noi.
Il piano era di acquistare nuove gomme, olio per catena e olio motore ad Irkutsk, il capoluogo della Siberia orientale. Da lì avremmo viaggiato verso nord attraverso Kachug e Zhigalovo, prima di guidare in una strada sterrata verso Severobaikalsk, una piccola città mella punta settentrionale del lago Baikal. A questo punto vorremmo impegnarci lungo la BAM road, nel tentativo di cavalcare le nostre moto ad est verso Tynda, 1400km di pura avventura offroad, senza via d’uscita. Avremmo potuto completarla o tornare al punto d’inizio. Non c’è davvero altra via per proseguire.
Il viaggio da Irkutsk a Severobaikalsk avrebbe dovuto essere dritto e senza difficoltà, ma il tratto offroad non era come ci aspettavamo. La strada all’inizio segue il fiume Lena, con un buon fondo di ghiaia e panorami fantastici. La fortuna ci ha voltato presto le spalle, non appena dei banchi di spessa sabbia ci si sono parati davanti; da lì in poi la condizione della strada è rapidamente deteriorata. E stato un tragitto punitivo con infinite buche, circondato dalla fitta foresta e terreni paludosi.
Questo non si sposava bene col nostro piano di campeggiare sulla strada, e presto ci siamo ritrovati a spingere anche durante la notte. Le cose hanno continuato a peggiorare quando abbiamo trovato un autocarro rovesciato sulla strada a bloccare il passaggio. Abbiamo così aspettato un gruppo di camionisti russi che hanno riaperto la carreggiata, e comunicando con noi attraverso gesti, hanno incrociato le loro braccia urlando “BAM road non possibile”.
TESTO TRADOTTO A CURA DI FRANCESCO RISTORI – ORIGINALMENTE DA WWW.TOUGHMILES.COM
In moto alla Coop!
Ok. Chiunque può andare in moto alla Coop.
Ma pochi sono riusciti a portare la moto dentro passando dall’ingresso principale!
Ed è quello che è riuscito a fare il Moto Club Brilli Peri, che con l’occasione degli Internazionali d’Italia ha ottenuto di esporre per ben due settimane moto d’epoca, moto vincitrici di mondiali, foto, giornali e attrezzatura da motocross.
Il presidente, Alessandro Mugnaini, ha spinto perché portassi anche io, all’interno del loro stand, un banner con il mio progetto di viaggio 2014: potevo dirgli di no?
Ebbene, fino al 15 febbraio sarò presente in questo spazio con un po’ di materiale a riguardo, perciò ringrazio infinitamente tutto il Moto Club per l’occasione offerta!
Oltre all’esposizione abbiamo avuto anche una bella giornata di sport, dove i bambini potevano sedersi su una vera moto tassellata e muovere i loro primi metri su ruote artigliate: nonostante la pioggia tanti sono stati i temerari ad affrontare il piccolo percorso allestito nel parcheggio esterno, oltre 70!
Un bell’applauso al Brilli Peri!
Vi aspetto agli internazionali d’Italia di Motocross, il 16 febbraio a Montevarchi!