In Turchia si paga tutto. Ma non il Çay.
La Turchia ho scoperto essere un paese in grandissima evoluzione, con cantieri ovunque, nuove costruzioni in qualunque angolo antropizzato, strade che spuntano dal nulla a 4 corsie tipo autostrade che corrono in mezzo alla campagna.
La Turchia sta crescendo, ma non entrerà in Europa, non a breve, il governo di Erdogan la sta riportando molto indietro, basando lo stato sulla religione.
Istanbul rispetto a quando la visitai 20 anni fa mi sembra molto più occidentale, è una città gigantesca dove oriente ed occidente si mischiano in un interessante gioco di sacro e profano.
Qui il 98% della popolazione è musulmano perciò sono in un mondo nuovo e diverso da quello visto fin’ora, moschee ovunque, facce mediorientali, caratteri all’opposto del classico occidentale.
I Bazaar sono i luoghi più interessanti, anche se sono turistici al 99% oramai, vi si vedono anche chincaglierie da mercato, ma ancora riesco a trovarci quell’emozione che mi ricorda la mia visita di tanto tempo fa, e me la ricordo ancora meglio assaggiando i tipici dolcetti fatti con miele e frutta secca di cui non ricordo il nome, questo è alla melagrana e doppio pistacchio.
Vado subito a vedere la “nostra” meraviglia, eh si, perché Santa Sofia (o Hagya Sofia) è di costruzione romana e inizialmente fu cattolica, trasformata poi in moschea nel dopo-impero.
Entro dentro e vengo colto da una sensazione di stupore e immensa emozione, dopo averla studiata sono proprio qui, sotto la sua avvolgente cupola.
Gli interni ricordano una grande storia ed una tecnica costruttiva di cui solo i romani furono capaci, con mattoni, volte ed archi perfetti, la luce all’interno è ben dosata e fa molta atmosfera.
Subito davanti c’è la moschea blu, anche quella merita una visita. Molto curata, con un giardiniere sempre attivo.
Comunque, la cosa che più mi piace quando giro in queste città, ciò che cattura la mia attenzione, sono i suoi personaggi, e qui ce ne sono, eccome se ce ne sono!
La città la visito tutta a piedi, partendo dal quartiere di Beyoglu, a circa 3km dal centro, e la media giornaliera arriva quasi a toccare i 10km, ma li vale tutti.
La sera arrivo però affamato, e per soli 5€ mi mangio un piatto di Pide, dolcetto turco tipo budino e Çay, il famoso the turco.
Il giorno seguente prosegue il giro tra mille bellezze, dal ponte che da Beyoglu porta a Sulthanamet si ha già una bella prospettiva.
Visito il Gran Bazaar, che ha perso un po’ di fascino rispetto al ricordo che ne avevo, troppo “per turisti”.
Quindi provo a ritrovare un po’ di pathos nella Cisterna “Basilica”, anch’essa di costruzione romana…più di 7€ (oltre ai 10 di Santa Sofia, qui si paga davvero tutto!) che non valgono troppo ciò che si trova all’interno, ma la realizzazione è interessante e vale comunque una visita. Una grande riserva d’acqua per Istanbul, ricavata sotto terra in una grande aula sorretta da pilastri in marmo monolitici e volte in mattoni…ahh, i romani!
Per pranzo mangio una “piada” turca con ripieno di manzo e cipolla, più una salsa speziata al pomodoro, niente male, mi ricordo di quando da piccolo venni in un ristorante simile con i miei…forse era proprio questo?!
E’ ora di rincasare, tra mille profumi (e puzzi!!) e colori.
Adesso devo trovare soluzione al problema occorso alla trasmissione della moto, consumatasi molto precocemente, e basta una richiesta di aiuto su facebook che si smuove il mondo…grazie amici, grazie di cuore!!!
Ho trovato la Daytona Motors di Istanbul, a Besiktas, che ha eseguito l’intervento dopo aver un po’ traccheggiato nella ricerca dei pezzi, cambiando corona e pignone soltanto, la catena ancora era in buono stato.
La mazzata arriva alla fine quando mi presentano il conto: 135€!!! Le tasse sono alte qui in Turchia, ok, ma mi sembra tantino…ottengo uno sconto a 120€.
Saluto l’officina autorizzata Yamaha e parto tranquillo verso sud.
Prendo il traghetto piuttosto che passare il ponte sul Bosforo, costa poco più di 1€, ragionevole.
2 bikers turchi si avvicinano incuriositi e mi chiedono a proposito della moto, l’Hyper Ténéré gli piace e mi fanno un sacco di complimenti, ci facciamo pure una foto insieme.
Mi dirigo verso Bursa ma ad un certo punto il GPS impazzisce e mi manda fuorirotta, fortunatamente riesco a resettarlo e seguendo anche le indicazioni sulla strada riesco a rimettermi in carreggiata.
La giornata è caldissima, ma secca, e riesco a fare diversi km pur essendo partito tardi da Istanbul.
L’asfalto che trovo dopo qualche km comincia a riflettere e diventa scurissimo, c’è del catrame ovunque, ancora qui usa innaffiare di catrame e spargere il brecciolino, non mi piace per niente!
Rallento e mi dirigo verso Aizanoi attraverso montagne ed altipiani oltre i 1000m.
Anche il tempio è a pagamento, 5 lire turche, quasi 2€…io faccio le foto da fuori, tanto è poco più che un rudere!
Si fa tardi, non trovo niente per dormire, giro come un matto per i campi ma niente, nessuno capisce l’inglese, nessuno mi sa ragionevolmente rispondere neanche a gesti, e così mi butto nel primo campo disponibile che il sole è già bell’e dietro il crinale.
Non mi piace molto ma stasera è andata così.
Mi telefonano i miei dopo aver visto la posizione sullo spot preoccupati, arma a doppio taglio!
La notte mi sveglieranno in ordine: 2 donnole in amore, i pecorai con le luci da SWAT militari, e il muezzin che comincia a cantare già dalle 4.30…
Beh, dormire fuori è pericoloso e stressante, ma cosa posso chiedere di più?