Bentornata a casa.
28 Settembre, devo salutare le Manjushaka per partire la mattina verso le 9, direzione Iwata.
Queste ragazze sono una forza, piene di energia!!!
Passo anche a salutare il simpatico benzinaio che aveva chiamato Nozomi la prima sera, per farmi venire a prendere al suo distributore, dato che non trovavo la loro abitazione.
Faccio il pieno e parto.
La prima grande città è, ovviamente…Tokyo!
E’ di nuovo una forte emozione vederne i grattacieli sbucare da dietro la collina, mi commuovo come già mi era capitato nella traversata da Sakhalin ad Hokkaido, mentre vedo la Tokyo Tower svettare col suo bianco/rosso in mezzo agli edifici.
Dopo essere uscito da Tokyo, caotica in periferia ma scorrevole in centro, e dopo aver rischiato una multa per aver sorpassato la linea continua gialla (per avanzare la coda ad un semaforo), mi fermo in quello che sembra un posto tranquillo e più arieggiato per fare il mio pranzo..ho i minuti contati, sono già in ritardo, e menomale che le Manjushaka mi avevano preparato un delizioso bento!
Sono ormai vicino ad Iwata, la sera e il buio si approssimano.
Ho dovuto percorrere una 50ina di km in autostrada, spendendo i miei bei 1500Yen, azz..davvero un sacco, di nuovo, circa 12€!
Ma altrimenti avrei ritardato davvero troppo, e con i giapponesi, si sa, è meglio essere puntuali!
I pochi km che mi separano da Iwata mi riservano una bella sorpresa, vedo tanti bei campi con dei cespugli perfetti, che mi chiedo cosa siano: alla fine scopro che sono coltivazioni del famoso Ocha, il the verde giapponese.
Arrivo al concessionario Yamaha YSP, dove Kasai, che lavora in Yamaha Motor Japan, mi stava aspettando da una ventina di minuti.
Salutiamo il proprietario ed andiamo a casa sua, dove passerò la notte…sono emozionato, mi sento già parte della famiglia Yamaha!
E il bello è che parla anche italiano!
Kasai ha lavorato diversi anni a Milano, ma da oramai 20 anni è di nuovo in Giappone, nonostante questo ricorda molto bene l’italiano, ed anche sua moglie riesce a parlare qualche parola.
Per cena c’è un lautissimo pasto a base di sashimi, insalata, riso, carne e chi più ne ha più ne metta…ed addirittura c’è la dedica negli hashi!
Non è finita, credevo di godere già abbastanza, poi Kasai accende la tv e scopro che si corre la MotoGP, adesso!! E’ la prima volta che vedo un gran premio durante il viaggio, sono gasato!
Kasai gufa tutto il tempo perché gli hondisti in testa cadano, così accade e lui balza in piedi per festeggiare la vittoria di Lorenzo, fotografandone l’arrivo al traguardo addirittura!
Colazione: chi è stato in Italia sa cosa piace agli italiani, e così ecco delle fantastiche brioches con latte e frutta!
Saluto la casetta e la mia stanza sul tatami sperando di tornare a far visita qui.
Adesso è tempo di…Yamaha!
Appena dai palazzi appare l’enorme scritta Yamaha sopra al palazzo degli uffici strabuzzo gli occhi e prendo un gran respiro, emozionato!
Kasai mi dà l’ok per l’ingresso al Communication Plaza, varco il cancello, svolto a destra e…WOW…non posso crederci..
Un’accoglienza calorosissima e inaspettata…non ho parole, veramente, arrivare qui da Montevarchi, dopo 21.000km e 3 mesi e mezzo di viaggio, ed essere accolti ufficialmente da tutto il Communication Plaza Yamaha, è davvero qualcosa di unico!
Non posso non allegarvi anche la sequenza video…aguzzate le orecchie, il “WOW” che ho scritto poco sopra l’ho anche esclamato da dentro il casco appena avvistata la folla!
La folla si riversa attorno alla moto per osservarla da ogni angolazione.
E noto con piacere che anche alcuni amici del Club Ténéré Giapponese sono presenti, alcuni arrivano addirittura da Tokyo, è un’enorme soddisfazione vederseli qui ad aspettarmi!
La rigida “schedule” programmata dal team Yamaha prevede anche alcune pause, approfitto per visitare il Museo, a partire da alcune leggende.
Le mie colorazioni…la vecchia sulla destra e l’attuale sulla sinistra.
Yamaha ha anche progettato motori da auto per Toyota, e la divisione musicale ha progettato gli interni della sportiva Lexus in modo che il sound del motore avvolgesse il pilota in una potente sinfonia.
Dopo aver visionato un power point ed un film a proposito della storia Yamaha con Masuzaki san, è l’ora di spostarsi presso la fabbrica, e qui c’è un’altra sorpresa: sul portone di ingresso c’è affisso un cartellone plastificato di benvenuto con su il mio nome!
Gli amici teneristi mi salutano, alcuni li rivedrò a Tokyo, altri tornano ad Hamamatsu.
E’ l’ora del “business” lunch al Caffè del Communication Plaza, torna anche Kasai e c’è il suo boss (sulla sinistra).
Intratteniamo una piacevole conversazione e ricevo apprezzamenti sulla moto, sono molto gratificato.
Per l’occasione in Yamaha avevano anche issato la bandiera italiana, un grande onore!
Kasai, gentilissimo, si offre di accompagnarmi ad un tempio shintoista qua vicino.
E’ bello e ben conservato, sembra sia originale e non ricostruito.
Ci salutiamo infine, con la promessa di rivedersi, io gli butto là scherzosamente di vedersi a Motegi se mi troverà un pass, vedremo!
Grazie Yamaha, Grazie Kasai!